Con l'ok della Camera prosegue l'inchiesta guidata da Coppola sulla PA digitale

Foto di Nogran rilasciata sotto licenza cc - https://www.flickr.com/photos/128629824@N06/15347078439

La commissione di inchiesta sulla PA digitale proseguirà la sua attività. È stata approvata all'unanimità, in Aula alla Camera, la proposta di di "proroga del termine per la conclusione dei lavori della commissione parlamentare di inchiesta sul livello di digitalizzazione e innovazione delle Pubbliche amministrazioni". La commissione, presieduta dal deputato Pd Paolo Coppola, continuerà ad indagare sugli ostacoli che bloccano l'innovazione, sui progetti chiave e sulle best practice con l'obiettivo di sostenere lo sviluppo digitale del Paese.

Nelle scorse settimane la commissione aveva dato il via libera al documento conclusivo sul primo anno di lavori. Molte le ombre sul processo di digitalizzazione, a cominciare dalla diffusione di Spid: piattaforma abilitante del piano Crescita digitale che però non ha funzionato come avrebbe dovuto. La colpa? Delle stesse PA che considerano l'adesione al progetto più un atto dovuto che un cambio di paradigma.

Nelle PA, si legge nel testo del documento finale, "esiste una chiara e diffusa conoscenza dei progetti strategici portati avanti dal Governo, ma anche l'adesione alle infrastrutture immateriali previste dal piano triennale, come Spid o PagoPA, la piattaforma dei pagamenti elettronici per la PA, sembra essere il più delle volte un atto compiuto con la logica dell'adempimento simbolico piuttosto che un deciso cambio di paradigma che porti alla trasformazione completa dei servizi".

 

 

 

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