Appalti verdi: novità giuridiche, opportunità e prospettive

(estratto dell'articolo a firma Riccardo Rifici e Alessandra Mascioli)

 

Nel corso dell’ultimo triennio vi sono state novità di rilievo sugli appalti verdi, sia grazie al contributo del legislatore comunitario con le Direttive 2014/24/UE, 2014/25/UE e 2014/23/UE in materia di appalti pubblici e concessioni, sia, e soprattutto, grazie al legislatore nazionale.

Il legislatore nazionale in particolare, precedentemente intervenendo sul previgente codice dei contratti pubblici con la Legge 221/2015 e, di seguito, prevedendo analoga disposizione del nuovo codice degli appalti pubblici e delle concessioni (art. 34 del D. Lgs. 50/2016), ha reso gli appalti verdi, ovvero l’applicazione dei Criteri Ambientali Minimi adottati ai sensi del Piano per la sostenibilità ambientale dei consumi nella pubblica amministrazione, obbligatori. Questa è senza dubbio la novità più importante in materia.

Questo obbligo normativo si incardina perfettamente in un contesto di normativa cogente di derivazione comunitaria, di atti di indirizzo comunitari, di Comunicazioni della Commissione Europea sull’economia circolare (COM (2014) 398 e COM (2015) 614 “L’anello mancante – Piano d’azione per un’economia circolare”) e sull’uso efficiente delle risorse (COM (2011) 21 e COM (2011) 571) nonché di accordi internazionali, quale l’Accordo sul clima di Parigi, che, per l’esigenza di contrastare il cambiamento climatico, per tener conto della scarsità delle risorse, anche materiali e della relativa domanda in continua crescita, per ridurre l’uso e le emissioni delle sostanze pericolose, invitano o impongono l’adozione di tutte le misure efficaci per promuovere modelli di economia circolare, l’efficienza nell’uso delle risorse e dell’energia, il minor impiego e dispersione di sostanze chimiche pericolose. [Continua a leggere su forumpa.it]

 

 

 

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